

Esistono dei rischi nel sottoporsi all’intervento chirurgico? e se ci sono i rischi perché una persona obesa in “apparente” buono stato di salute dovrebbe esporsi a questi rischi??
Il paziente obeso seppure “in apparente” buono stato di salute, nasconde diverse possibili problematiche latenti obesità correlate come l’ipertensione arteriosa, diabete mellito, sindrome dell’apnee notturne, accidenti cardiovascolari cardiaci e cerebrali che minano la prognosi quod vitam. Il paziente in età giovanile (20-40 anni), seppur obeso, a volte riesce a mascherare e tamponare tali comordidità , tuttavia esse rimangono latenti e possono manifestarsi in maniera subdola e a volte drammatica con eventi che minano gravemente la qualità di vita del paziente (esempio: infarto cardiaco o evento ischemico cerebrale). Questa valutazione a largo spettro permette di affrontare in maniera corretta l’intervento chirurgico. Non esistono interventi chirurgici privi di rischi, infatti esistono delle possibili complicanze precoci come infezioni di ferita, sanguinamenti endoluminali (dentro lo stomaco) , sanguinamenti intraaddominali (dentro la pancia del paziente), fistole gastriche (apertura della rima di sutura gastrica) e deiscenze anastomotiche (apertura spontanea della cucitura tra due visceri tra di loro suturati) ; complicanze tardive come reflussi gastroesofagei, ernie interne, occlusioni intestinali.
Mettendo sul piatto della bilancia i rischi che corre ogni giorno il paziente obeso che decide di non sottoporsi a nessun trattamento (chiameremo questi rischi costituzionali) e i rischi correlati all’intervento chirurgico , la bilancia penderà dalla parte dei rischi costituzionali e pertanto è preferibile affrontare l’intervento chirurgico piuttosto che rimanere nella condizione di obeso.