Recenti studi evidenziano che l’obesità addominale, determinata dalla circonferenza della vita, è un indicatore di rischio per malattie cardiovascolari, talvolta indipendentemente dall’indice di massa corporea. Infatti, tra tutte le sue comorbidità, l’obesità può portare anche allo sviluppo di malattie cardiovascolari e aumentare il tasso di mortalità a causa di queste.
L’obesità è una malattia a tutti gli effetti che, ad oggi, è definita come «un insieme di alterati parametri morfometrici, come l’indice di massa corporea e la circonferenza addominale», spiega Enzo Nisoli, presidente della Società Italiana dell’Obesità.

La convivenza con l’obesità peggiora la situazione
Il legame tra obesità e malattie cardiovascolari era già noto: ipertensione, ipercolesterolemia e trigliceridi alti sono alcuni fattori di rischio per l’infarto, e sono frequentemente riscontrati in chi è sovrappeso. Quello che è nuovo, invece, è la scoperta che il rischio aumenta con il progredire della “convivenza” con l’obesità.
Infatti, è stato dimostrato da uno studio durato 25 anni e pubblicato su JAMA che convivere con troppi chili in eccesso per qualche anno oppure per un periodo di tempo più lungo può fare la differenza per quanto riguarda la salute di arterie e coronarie in età adulta: per ogni anno vissuto nella fascia dell’obesità, il rischio di arteriosclerosi aumenta del 2-4%.
Prevenire l’avvenire dell’obesità con uno stile di vita e un’alimentazione sana è indispensabile per scongiurare queste patologie ma nel caso tu stia già convivendo con l’obesità da tempo non esitare a contattarmi per una prima consulenza e studiare insieme un percorso terapeutico adatto a te!