La proctologia è quella branca della chirurgia che prende in esame la porzione terminale dell’intestino AMPOLLA RETTALE e ANO.
I pazienti affetti da disturbi proctologici lamentano: DOLORE PERIANALE, BRUCIORE PERIANALE, EMATOCHEZIA (presenza di feci frammiste a sangue), RETTORRAGIA (perdita di sangue rosso vivo o rosso scuro).
Questi pazienti dovrebbero sottoporsi ad una visita proctologica al fine di porre una diagnosi differenziale eziopatogenetica dei sintomi riferiti.
Si osserva l’ano-derma per valutare presenza di:
Si esegue tramite l’introduzione di un dito all’interno dell’ano fino ad apprezzare al tatto:
Eseguita introducendo uno strumento rigido nell’ano dotato di una luce che permette all’operatore di valutare:
Dopo una visita proctologica accurata si può porre una diagnosi sicura della patologia di cui risulta affetto il paziente.
Gavoccioli emorroidari che si dilatano e fanno fatica a detendersi a causa di un iperafflusso vascolare venoso a carico del plesso emorroidario conseguente ad abusi farmacologici, alimentari, alcolici, oppure a episodi di stipsi ostinata che richiedano eccesso di ponzamento al fine di completare l’eliminazione delle feci.
A volte questa condizione è caratterizzata da:
La crisi emorroidaria si risolve nel 90% dei casi con terapia medica e modifica dello stile di vita.
È la complicanza di una crisi emorroidaria, ovvero a seguito della crisi emorroidaria il sangue che è affluito nei gavoccioli emorroidari non riesce più a defluire e ristagnando nel gavocciolo va incontro a organizzazione trombotica con conseguente DOLORE PERIANALE PERSISTENTE anche lontano dal momento della defecazione e a TUMEFAZIONE TURGIDA PALPABILE.
La trombosi emorroidaria merita adeguata terapia medica che nell’ 80% dei casi determina risoluzione del quadro clinico. Qualora invece fallisca occorre ricorrere all’intervento chirurgico.
Consiste nella lacerazione della mucosa in prossimità dell’ano derma determinata dal passaggio di feci dure. Tale condizione determina BRUCIORE, PRURITO e perdita di SANGUE ROSSO VIVO dopo l’evacuazione.
La ragade in fase acuta può essere trattata conservativamente con terapia medica, tuttavia può anche cronicizzare spesso e volentieri per la presenza di un ipertono sfinteriale che riduce l’afflusso vascolare nella zona cruentata, pertanto in tali casi è necessario ricorrere all’intervento chirurgico.
Sono delle appendici cutanee perianali che si manifestano a seguito delle pregresse crisi emorroidarie. Trattasi una patologia benigna che assume un aspetto unicamente estetico.
L’unica possibilità per eliminare tali appendici cutanee è l’asportazione chirurgica.
È una condizione determinata da infezione da Papilloma Virus (HPV) a seguito di contatti ano-genitali.
Assumono la forma di “creste di gallo” e possono essere estremamente variabili nel numero e nelle dimensioni e localizzazioni.
È una condizione che richiede l’asportazione chirurgica.
Si tratta di una condizione patologica determinata da un tragitto di comunicazione tra il retto e il tessuto perianale, le feci percorrono tale tragitto determinando la formazione di un ASCESSO che risulta dolente alla palpazione, arrossato, spesso associato a febbre a volte va incontro a drenaggio spontaneo esterno con fuoriuscita di PUS dall’orifizio fistoloso.
Tale condizione in acuto va trattata con il drenaggio cutaneo dell’ascesso, poi è necessario uno studio mirato della regione perianale con risonanza magnetica al fine di determinare l’esatto decorso del tragitto fistoloso per pianificare intervento chirurgico risolutivo di FISTULECTOMIA preservando l’anatomia sfinteriale.